Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
La vite e il vino in Brianza dai celti al D.O.C.

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ANTICHITÁ NELLA NOSTRA TERRA

I ritrovamenti archeologici che si sono susseguiti negli ultimi anni nel territorio di pertinenza del Museo di Biassono sono di vario tipo, dai resti di una villa romana, con annesso ripostiglio di monete romane, alle sepolture. Queste ultime, isolate o in necropoli, restituiscono sempre un corredo, a volte povero ma il più delle volte ricco di oggetti e di suppellettili.
Il corredo, che accompagnava il defunto verso l’aldilà, era una usanza comune a tutte le culture o civiltà dell’antichità, dall’età del Bronzo alla romana. Il corredo doveva fornire al defunto anche cibo e bevande, che erano contenuti nei più comuni recipienti in uso in quel tempo.
Piatti o patere, bicchieri (pocula), bottiglie e brocche contenevano cibi e bevande tradizionali. Il vino aveva un posto d’onore. Nelle necropoli rinvenute a Robbiano di Giussano e a Verano Brianza, in quelle di Biassono e di Vimercate, sono costantemente presenti questi contenitori. E non solo, anche le anfore da vino erano usate, non più per contenere la bevanda ma per accogliere i resti del defunto.
A Robbiano di Giussano e alla Cascina Marianna di Biassono sono state ritrovate sepolture risalenti all’età tardo repubblicana (50-30 a.C.) di individui non ancora completamente romanizzati che utilizzavano ancora recipienti di tradizione celtica (insubre).
La tomba ritrovata a Robbiamo di Giussano dal Professore Davide Pace contiene uno scodellone con i residui delle ossa raccolti tra le ceneri del rogo (ossilegio). Nel corredo è presente anche il caratteristico vaso a trottola miniaturizzato di tradizione celtica.
La tomba è databile dal 50 al 30 a.C. in età cesariana.
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Tomba dell'olpe capovolta
Alla cascina Marianna di Biassono sono stati ritrovati molti oggetti di corredo, probabilmente pertinenti a più tombe, tutti di tradizione celtica. Si riconoscono i caratteristici "vasi a trottola" e bicchieri.
Nelle necropoli della cascina Gallazza di Verano Brianza, in quelle di Biassono (cascina Monzina e altre) e in quelle di Vimercate, sono costantemente presenti le olpi o brocche monoansate (tipo di bottiglia o fiasca munita di ansa) risalenti all’età imperiale romana. Sono contenitori caratteristici per vino. La tomba cosiddetta “dell’olpe capovolta” di Verano Brianza conteneva anche un bicchiere e una elegante coppa biansata decorata a rilievo certamente utilizzata nei simposi.
Nel corredo, oltre a una moneta di Tiberio (l’obolo di Caronte) ed altri oggetti, si notano un’olpe piriforme, un bicchiere con decorazione impressa a rotella e una coppa biansata “tipo Sarius”. Quest’ultimo è un raffinato recipiente prodotto fino all’età flavia (prima metà I sec.d.C.) con funzione simposiaca, come si evince dal repertorio decorativo prevalentemente vegetale, legato spesso al mondo dionisiaco.

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Particolare
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Tomba di Atilia
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Necropoli Cascina Monzina
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Olpe

Il “vaso a trottola” : il contenitore da vino

Il “vaso (o fiasca) a trottola” era un tipico recipiente in ceramica adatto a contenere il vino dei celti cisalpini dalla seconda età del Ferro (III-I sec. a. C.), fino alla romanizzazione del territorio padano, quando viene sostituita dalla brocca ansata di tipo romano (Lagynos).

Deve il suo nome alla sua particolare forma: il ventre schiacciato e il breve collo con orlo ingrossato ricordano il giocattolo della trottola.
La particolare forma del vaso a trottola, con l’imboccatura così stretta, permetteva la sigillatura con un tappo in qualche materiale probabilmente deperibile, come le attuali bottiglie per vino.
L'area di concentrazione di questo tipico contenitore di vino per la tavola era lungo l'asse del Ticino e nei contesti più noti del mondo rurale e periferico della Lomellina tardo-celtica; ma esemplari sono stati trovati in area insubre e comense fino in territorio cenomane (Bresciano-Veronese), con qualche rara presenza anche oltr’Alpe.

Si tratta di una forma ceramica tipicamente celtica e locale, di norma acroma. L'evoluzione della sua forma, che deriva dalla tradizione del vaso a bottiglia golasecchiano, è percorribile fino alla sua sostituzione, in età romana. Il tipo viene decorato, già nel II sec. a.C., con motivi dipinti e con differenziazioni stilistiche locali molto forti: da fasce rossastre, brune e marroni a campiture che nel tempo aumentano l'estensione e i tratti verticali.


I corredi delle sepolture celtiche ritrovate alla Cascina Marianna di Biassono


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