La zecca di Pavia ebbe nei secoli alterne fortune. Venne aperta nel 275 d.C., 
nella romana 
Ticinum (antico nome della città), dopo la riforma 
monetaria dell'imperatore 
Aureliano 
e chiusa dopo un cinquantennio (326/327 d.C.). I Goti riaprono la zecca in 
Ticinum 
ma solamente con 
Baduila 
(541-552) sulle monete appare la legenda 
felixticinvs. L'attività 
prosegue con i Longobardi ma solamente il tremisse d'oro "stellato" 
dell'ultimo re, 
Desiderio, 
riporta la legenda 
flavia ticino che appare poi ancora sul tremisse coniato 
dal vincitore, il franco 
Carlo 
Magno (774-781?). Le successive monete di Carlo Magno sono unicamente in argento 
e riportano la nuova denominazione della città,
 papia. Senza interruzione 
tutti gli imperatori del Sacro Romano Impero coniano le proprie monete sino alla 
costituzione del libero Comune (1250-1359). Nel 1359 a seguito di lotte intestine 
Pavia entra nell'orbita dei 
Visconti e poi di 
Francesco Sforza che conieranno 
le proprie monete ininterrottamente sino al 1464.