Alessandro Greppi, Vendemmia a Rancate, 21 settembre 1863

La viticoltura nostrana, europea, plurimillenaria, terminò nell’ultimo quarto del XIX secolo, scomparsa per sempre.
L’attacco devastante e letale alla Vitis vinifera fu inferto da un parassita giunto in Europa portato dalle viti provenienti dall’America, come l’Uva Fragola, introdotte principalmente in Francia nella metà del XIX secolo.
L’insetto parassita è la Fillossera della vite (Phylloxera vitifolii) e attaccò le nostre viti principalmente sull’apparato radicale.
Durante i diversi stadi dello sviluppo del parassita, all’avvicinarsi della stagione fredda, alcune forme si spostano sulle radici producendovi delle galle che successivamente marciscono portando a distruzione l’apparato radicale in pochi anni.

“La Fillossera, vero gourmet, scopre i migliori vigneti e si attacca ai vini migliori”.Cartoon dal periodico satirico “Punch”, Londra, 6 settembre 1890.

La prima apparizione in Italia della fillossera avvenne nel 1879 a Valmadrera (LC), un tempo ottima terra da vini tra i quali il più famoso era il bianco di Paré.
Negli anni seguenti, a macchia di leopardo, dalla Sicilia alla Liguria, tutta l’Italia fu invasa dalla fillossera e ogni vigneto tradizionale scomparve.

L’unico risolutivo metodo per rinnovare i vigneti fu quello di utilizzare delle viti americane immuni dall’attacco radicale come portainnesti.
Si ripiantarono milioni di nuove pianticelle bimembre, composte da una parte inferiore radicante ed una superiore della varietà specifica.
Fu un lavoro immenso.
In buona parte della Brianza, a causa anche dell’eccessiva frammentazione dei vigneti, si abbandonò la viticoltura per altre colture.

"La filossera, vero gourmet, scopre i migliori vigneti e si attacca ai vini migliori" Cartoon del periodo storico "Punch", Londra, 6 settembre 1890.

R.Grandori, Risultati dei nuovi studi italiani sulla fillossera della vite, Hoepli Editore, Milano 1914.