|  
        
        Le immagini potevano riferirsi alla sfera religiosa, con una ricca serie 
        di divinità e di loro attributi, sia ufficiali che delle religioni 
        tollerate (come quella isiaca o quelle orientali in genere), all'interno 
        di un sistema di propaganda e indottrinamento che poteva avere carattere 
        ufficiale. Frequenti sono i riferimenti al mito, con i personaggi più 
        popolari: Atteone, Leda con il cigno, Pan e i satiri, i Grilloi (nani 
        deformi), ecc..
 Le immagini relative alla sfera religiosa ci propongono più una 
        dimensione di superstizione domestica che di culto ufficiale, per la quale 
        si aveva nelle case una ricca produzione di immagini in metallo o in altri 
        materiali.
 
 Ufficiali dovevano essere invece le figurazioni che si riferivano alle 
        "opere del regime": edifici, porti, scene di trionfo ecc. Per 
        tali figurazioni, come per quelle che proponevano divinità o personificazioni, 
        i riferimenti ai tipi monetari appaiono continui. Le funzioni dei due 
        multipli (i più diffusi nel mondo antico) erano analoghe.
 Assente invece sembra la propaganda imperiale diretta, con le immagini 
        dell'imperatore o dei suoi parenti. Il supporto evidentemente non era 
        caratterizzato da una forte sacralità, come la moneta. Appaiono 
        però frequenti la personificazione 
        della Vittoria e dei suoi simboli, i simboli della concordia e della solidarietà 
        (le mani che si stringono con il Signum), corone e ghirlande.
 
 Continui sono i riferimenti al teatro e alle sue rappresentazioni, al 
        mondo del grottesco e del deforme, ai temi letterari, ai soggetti storici.
 Frequenti sono i ritratti di scrittori, attori, musici, in scene spesso 
        anche molto complesse. Talvolta si hanno riproduzioni di opere figurative 
        famose, sculture o pitture.
 Molto frequenti sono le rappresentazioni di animali, soprattutto se con 
        una qualche carica simbolica, come le aquile, i pavoni, le colombe, i 
        corvi, i cinghiali, i coccodrilli, le belve in genere (soprattutto quelle 
        viste nell'arena).
 
 Amatissime erano le raffigurazioni riferibili alle attività del circo 
        e dell'arena, con scene di gare, ludi gladiatori, con combattimenti o 
        con oggetti simbolici (come gli elmi o le armi in genere).
 
 Comuni appaiono le scene erotiche, proposte in termini assolutamente disinibiti.
 Assente appare la sfera funeraria, anche se la lucerna era costantemente 
        usata come simbolo della luce che guida il morto nelle tenebre, collocata 
        nella sua mano al momento del seppellimento, o accanto alle sue ceneri, 
        come simbolo di rinascita. La lucerna propone quindi messaggi di vita, 
        in una dimensione gioiosa e spesso anche trasgressiva.
 
 Talvolta era il corpo stesso della lucerna che assumeva una forma, mantenendo 
        la funzione con il beccuccio per lo stoppino. Si hanno così le lucerne 
        cosiddette singulares, a forma di animale, di nave, di pigna, di 
        nano itifallico, di fallo, di testa di toro (come in un esemplare a Biassono), 
        di elmo gladiatorio, ecc.
 Fate click, sull'immagine, per visualizzare l'immagine completa della 
          lucerna
 |