Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
Le "prime donne" nell'arte
Magdalena de Pas
"sculptrix celeberrima"
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ELISABETTA SIRANI (BOLOGNA 1638-1665)


Autroritratto, 1658, Museo Pushkin, Mosca
Di Elisabetta Sirani è rimasta un'immagine "romantica e romanzata": divenuta famosa molto prima della morte, tanto da diventare un'attrazione turistica per visitatori italiani e stranieri, e considerata dai contemporanei erede del genio di Guido Reni, con il quale fu sepolta nella chiesa di San Domenico a Bologna, morì a soli ventisette anni. La morte fu causata probabilmente dall'ulcera, ma i dottori di allora attribuirono le perforazioni dello stomaco al veleno o al suo temperamento troppo vivace o addirittura a un amore infelice.
Attiva già a diciassette anni, produsse un notevole numero di dipinti, disegni e incisioni: fu lei stessa a tenere, a partire dal 1657, un elenco dettagliato di tutti i suoi lavori, nel quale figurano ritratti, opere religiose, mitologiche, episodi di storia antica e temi allegorici, eseguiti quasi sempre per committenti privati.
Dalla sua vastissima produzione si deduce che Elisabetta lavorava con rapidità e facilità e, forse, anche con esiti qualitativi diseguali. Tuttavia, sembra limitativo considerarla semplicemente come una debole imitatrice di Guido Reni, come parte della critica moderna la definisce. Il suo approccio alla pittura del Maestro, che fu comunque fondamentale per la sua formazione artistica, sembra critico e nelle sue opere non mancano scelte di soggetti e soluzioni compositive originali, oltre alle innovazioni tecniche, come la tecnica a pennello e acquerello da lei adottata nei disegni.
Forse a ispirare Elisabetta furono anche le altre artiste bolognesi che l'avevano preceduta, quali Properzia de' Rossi e Lavinia Fontana, e lei stessa fu d'esempio a molte altre, che, per usare le parole del Malvasia, "egregiamente si portarono e che danno a sperare quell'esito che si augura a loro proprio beneficio e onore e gloria sempre in questa nostra Felsina pittrice" (Carlo Cesare Malvasia, Felsina pittrice, 1678, II, 487).

La Sacra famiglia

Probabilmente derivata da un disegno del padre Gian Andrea, l'opera presenta una scena ben articolata e insolita: Maria, in atteggiamento molto naturale, è seduta sul letto sfatto e tiene tra le braccia Gesù; San Giovanni gioca seduto sulla culla, Sant'Anna arrotola le fasce e San Giuseppe lavora con l'ascia. L'insieme, non privo di ricordi raffaelleschi e carracceschi, è estrememente piacevole per la naturalezza dei gesti dei personaggi e per quell'aria di familiarità che ne deriva. L'incisione mostra un tratto essenziale e sicuro, pur nella sua squisita leggerezza e delicatezza.


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La Sacra Famiglia
Rame inciso ad acquaforte; terzo stato
In basso: Siranus In. (invenit)
Dimesioni : mm 228x302
Bibliografia: Donne artiste nelle Collezioni del Museo di Bassano, Bassano 1986, pp. 38-39, n. 12, con bibliografia precedente
Collocazione: Milano, Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


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