Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
Le "prime donne" nell'arte
Magdalena de Pas
"sculptrix celeberrima"
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ROSALBA CARRIERA (VENEZIA 1675-1757)


Autroritratto con ritratto di sua sorella, 1715, Museo degli Uffizi, Firenze
"Rosalba Carriera, celebre Pittrice, fu ascritta a tutte l'accademie del disegno. Fu essa l'autrice del dipingere a pastello e in sì nobile facoltà fu eccellente. Disegnò per eccellenza i ritratti e alle donne diede buon garbo, galanteria e grazia e buona naturalezza" (Bernardo Ziliotto, Osservazioni, 1775-1779, c. 72).
Queste parole tratteggiano in modo essenziale ma puntuale l'arte di Rosalba Carriera, apprezzatissima nel Settecento, stimata nell'Ottocento, poco amata agli inizi del Novecento e riscoperta a partire dalla metà del secolo.
Fu un personaggio particolare, se non addirittura anomalo, per il suo tempo: visse quasi sempre a Venezia, in un mondo tutto femminile, circondata dalla madre, dalla sorella, dalle collaboratrici e dalle amiche, alla ricerca di nuovi mezzi espressivi e nuove tecniche pittoriche. Iniziò decorando coperchi d'avorio di tabacchiere destinate al mercato turistico, poi si specializzò in miniature su avorio e quindi si dedicò ai ritratti a pastello. Rosalba rivoluzionò questa tecnica, nota ma fino ad allora poco sfruttata, raggiungendo una raffinatezza cromatica straordinaria, alla quale unì la capacità di cogliere il carattere del personaggio raffigurato, pur lusingandone la vanità.
Nominata "accademico di merito" della romana Accademia di San Luca fin dal 1705, lasciò Venezia in poche occasioni: fu a Parigi negli anni 1720-1721, viaggio trionfale durante il quale venne eletta membro dell'Accademia di Francia, a Modena nel 1723 e a Vienna nel 1730. La sua fama però viaggiò per tutta l'Europa e furono i suoi committenti a cercarla a Venezia.
Alle sollecitazioni dell'abate Giorgio Maria Rapparini, suo amico, che la spingeva a uscire dal suo mondo Rosalba scrisse:
"[...] so benissimo che anche fuori della laguna c'è mondo, huomini e pane, ma che m'accomodo ai voleri del cielo, ch'ordina che i miei viaggi siano al tavolino e che mi contenti di poco pane; che in quanto agli huomini creda questa gran verità, che non c'è cosa al mondo che meno mi dia pensiero."

Autoritratto

L'incisione di Giovanni Battista Cecchi (Firenze 1749-post 1815) è tratta da un autoritratto eseguito a pastello su carta da Rosalba negli anni 1744-1746 o poco prima, conservato a Windsor Castle (Collezioni Reali, n. 446, cm 57x47). Alla soglia dei 70 anni e poco prima di diventare cieca, Rosalba si ritrasse in vesti invernali, eleganti ma sobrie, con un tocco di civetteria dato dal prezioso orecchino. La sua espressione è intensa e risoluta, anche se lo sguardo è velato di tristezza.
Dal ritratto, che Rosalba donò al console inglese Joseph Smit, venne tratta anche un'altra incisione, in controparte, opera da Giuseppe Wagner, di poco posteriore all'originale.


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Rosalba Carriera pittrice veneziana
Rame inciso a bulino e a rotella
In basso a sinistra: Rosalba f. (fecit); a destra: G. Batta Cecchi Sc (sculpsit) / 298
Dimensioni: mm 165x227
Bibliografia: Donne artiste nelle Collezioni del Museo di Bassano, Bassano 1986, pp. 81-83, n. 35; p. 84, con bibliografia precedente
Collocazione: Milano, Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


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20046 - Biassono (MI)
tel./FAX 0392201077 cel. 3343422482
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