Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Il Vino (a San Martino ogni uva è vino) 1 2 3 4 5 6 7 |
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![]() Prima di arrivare a questo momento, però, il contadino ha lavorato per tutto l’anno per permettere una sana crescita della vite. Durante l’inverno ha tagliato e potato i tralci per rinforzarli; in primavera ha zappato e rimosso la terra intorno alle piante; in estate ha irrorato più volte le viti con solfato di rame per proteggerle dai parassiti. Finalmente è arrivato il momento della raccolta. I grappoli vengono tagliati con cesoie e raccolti in ceste o panieri, a seconda della quantità. Alcuni di questo cesti possono essere portati più comodamente sulle spalle (le brente) e permettono di trasportare l’uva fino ai recipienti per la pigiatura: i tini. In genere questa operazione veniva svolta nel modo più tradizionale: coi piedi nudi. È un metodo non più usato, ma decisamente folcloristico, specialmente per certi aneddoti che vogliono, ad esempio, la proibizione di lavarsi i piedi per paura di annacquare il vino. Se le quantità di vino sono piccole può capitare che vengano pigiate addirittura nella vigna, all’interno delle brente, mediante un ammostatoio di legno. La pigiatura più moderna è tuttavia eseguita dalla macchina pigiatrice. Viene posta sul recipiente di fermentazione ed è formata da un supporto orizzontale in legno, in fondo al quale sono montati due rulli scanalati che vengono fatti girare l’uno verso l’altro con una manovella. L’uva così schiacciata cade direttamente nel recipiente sottostante. Se il recipiente di pigiatura è anche quello di fermentazione, sia il mosto che le vinacce restano insieme. Se invece l’uva pigiata deve essere travasata in un altro recipiente i due componenti vengono divisi, anche se di regola far fermentare il mosto con le vinacce contribuisce a rendere il processo più semplice e spontaneo e a dare al vino il giusto colore. Il tempo di fermentazione può variare a seconda del tipo di vino, da località a località e dal metodo. Generalmente avviene all’interno di grossi tini o di botti lasciate scoperte in modo da permettere la "bollitura" del mosto. |
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