Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Il Vino (a San Martino ogni uva è vino) 1 2 3 4 5 6 7 |
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Anche Biassono è stato, per il passato, luogo di viti e vino. Numerose
sono le testimonianze che arrivano fino ai giorni nostri e tutte concordemente
affermano che i contadini spesso adibivano parte del terreno alla coltivazione
della vite, da cui veniva ricavato un vino rosso che veniva consumato
dalla famiglia stessa. Questa tradizione vitivinicola era di antica data e documentata già nel IX secolo. A cavallo tra il 1700 e il 1800 la viticoltura era giunta al più basso livello possibile, soppiantata dalla più remunerativa bachicultura. Dagli scritti di Carlo Verri sull’agricoltura si desume, infatti, come prima dei suoi esperimenti la vite non fosse considerata adatta ai terreni biassonesi. Carlo dimostrò che a Biassono la vite, così come il gelso, attecchivano benissimo purchè opportunamenti curati. Gli esperimenti di Carlo furono spesso derisi dal fratello maggiore Pietro, che però non si lasciò scappare la redditizia occasione di produrre e vendere vino. Carlo Verri (1743-1823) fu agronomo illustre del suo tempo e i suoi volumi sull’agricoltura riscossero un certo successo tanto da vedere numerose edizioni.
La passione per lo studio delle tecniche agricole fu solo uno degli interessi di Carlo che si occupò anche di pittura e fu uomo politico di peso, dal momento che si trovò a gestire come presidente della reggenza provvisoria la critica settimana di transizione che vide il Regno Lombardo Veneto passare dalle mani dello sconfitto Napoleone a quelle dei vincitori austriaci. Il fratello maggiore Pietro (1728-1797), invece, ammetteva di saperne poco di agricoltura, ma non mancava di dirigere, tramite il suo fattore, l’attività del suo podere biassonese dove, tra l’altro, veniva prodotto anche dell’ottimo vino. Ed in effetti Pietro aveva ben altro a cui pensare. Era il maggiore dei quattro fratelli anche se era molto legato ad Alessandro e non poteva sopportare i comportamenti troppo esuberanti dei due fratelli minori Carlo e Giovanni. Fu e rimane noto per essere un illuminista che si occupò di filosofia, storia ed economia, oltre ad essere un uomo politico molto influente nella Milano dell’epoca. Rese pubbliche le sue idee fondando e presiedendo "Il Caffè", giornale che ebbe soli due anni di vita (1764-1766) e che diffuse le idee illuministiche dell’Accademia dei Pugni di cui facevano parte, oltre a Pietro ed Alessandro Verri, anche Cesare Beccaria ed altri nomi dell’alta società milanese del periodo. Tra le sue opere dobbiamo ricordare la Storia di Milano, Meditazioni sull’economia politica, Meditazioni sulla felicità, Discorsi sull’indole del piacere e del dolore, Colonna infame con osservazioni sulla tortura, Il gran Zoroastro. |
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