Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Omaggio a Ignazio Cantù nel 170° di "Le vicende della Brianza e de' paesi circonvicini" 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 |
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Fu un percorso che Ignazio condivise con il fratello Cesare, di lui maggiore di sei anni. Prima a Sondrio, dove Ignazio fu studente e Cesare docente, e poi a Como, dove Ignazio, superati a Pavia, nel 1831, gli esami di abilitazione, insegnò per qualche tempo al Gallio, e fu il suo primo incarico di un lungo impegno di pedagogo, prima di passare al milanese istituto Boselli. La sua primissima esperienza letteraria risale al 1829, quando pubblicò a Como la Romanza d'Ignazio Cantù studente, ma prove più impegnative iniziarono nel 1835, sulle pagine di importanti riviste milanesi quali il Ricoglitore italiano e straniero e L'Indicatore, dove l'autore si cimentò in argomenti di vario genere tra i quali biografie e critica letteraria. L'amore per le vicende della sua terra segnò e condusse fortemente gli interessi giovanili: Le vicende della Brianza e de' paesi circonvicini (opera edita a Milano in due volumi tra il 1836 ed il 1837) fu uno dei suoi primi successi, salutato fin dalla pubblicazione dei primi fascicoli dallo stesso Cattaneo, che osò il paragone con Pietro Verri. Quasi contemporaneamente usciva (nel 1837) la Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine. Negli anni che seguirono Ignazio abbandonò solo temporaneamente il genere, anche se nei decenni successivi pubblicherà anche il Viaggio ai laghi Maggiore, di Lugano, di Como, al Varesotto, alla Brianza e luoghi circonvicini (1853), Quattro giorni in Milano e suoi Corpi Santi colle notizie più utili al viaggiatore (1853), e Milano nei tempi antico, di mezzo e moderno studiata nelle sue vie. Passeggiate storiche (1855), il Viaggio da Milano a Venezia (1856), Dal Mombianco al Mongibello (1870). Prese decisamente il sopravvento la passione per le vicende e i fatti degli uomini lo vide ad un tempo romanziere, cronista e storico dei suoi tempi e di quelli passati. Nel 1842 usciva il romanzo storico Il marchese Annibale Porrone; seguiva di quattro anni la Margherita Pusterla (1838) di Cesare, e di due l'edizione illustrata de I promessi sposi ed era manzoniano quanto bastava per garantire un buon riscontro di pubblico e critica.
Il Quarantotto lo vide impegnato protagonista, prima come redattore de La guardia nazionale, diretta da Cesare, e poi come cronista della vicenda appena conclusa, che distillò nella sua Storia ragionata e documentata della rivoluzione lombarda (Milano, 1848). Ma ancor prima aveva scritto a caldo Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano, pubblicato solo sei giorni dopo la fine dei moti, il che fa di questo volumetto forse il primo esempio di instant book ottocentesco. Con la fine degli anni '40 venne meno l'interesse di Ignazio per il romanzo storico, ma riprese copiosa la pubblicazione di guide, fra le quali ricordiamo, del 1851, L'Italiano in viaggio per Londra, una curiosa guida che descrive un viaggio a Londra passando attraverso alcune città europee. Nel 1853, con il già citato Quattro giorni in Milano e suoi Corpi Santi …, inaugurava una lunga serie di guide riguardanti Milano ed il territorio a nord di Milano, con i Laghi e la Brianza. Nel 1853 viene ripubblicata l'opera Le vicende della Brianza, in edizione illustrata da litografie. Nel 1851 usciva anche il primo numero di un interessante almanacco: Il Nuovo Burigozzo. Almanacco del ricco e del povero dedicato agli Italiani, che venne stampato fino al 1857.
Tra il 1860 e il 1870 Ignazio ampliò ancora di più la sua attitudine di poligrafo, e presero forma opere dedicate a tanti argomenti, fra cui ricordiamo le opere di carattere geografico, come Cielo e terra, o le meraviglie della natura spiegate ai giovanetti (1854) e La terra. Compendio di geografia (1862), ma anche Il piccolo Alberti. Vocabolario della lingua italiana ad uso delle scuole (1858), la Storia aneddotica delle campagne e degli assedi della guerra franco-prussiana 1870-71 (1871) e anche L'incendio di Parigi nel 1871 (1871). Cattolico e liberale, attento alle necessità e alle opportunità da dare ai ceti meno abbienti, fu fortemente avverso al socialismo, malgrado segnalasse con preoccupazione i pericoli dell'industrialesimo. Fra i suoi aforismi più didascalici troviamo il motto "famiglia, patria, proprietà", ad indicare le basi della nuova società; ma anche "istruzione, lavoro, risparmio", dedicato ai ceti popolari. Fra i suoi titoli più belli fa ricordato forse Uno per tutti e tutti per uno, mutualità e cooperazione: Libro pel popolo (1871), e furono ideali che tentò di mettere in pratica prima ancora di scriverne, fondando nel 1859 l'"Istituto di mutuo soccorso fra gli istruttori e gli educatori d'Italia", che dotò nel 1870 di una sua rivista: L'educatore italiano. Morì di "congestione cerebrale", e fu Felice Calvi a dettare il necrologio, "con riverenza di scolaro e affezione di amico", sulle colonne dell'Archivio Storico Lombardo, la grande testata inaugurata da Cesare solo tre anni prima.
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