Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
La vita quotidiana in Palestina all'epoca di Erode il grande

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LE LUCERNE - Vetrina 2

La lucerna, un piccolo e grazioso oggetto in terracotta (esisteva però anche in bronzo e in vetro), può introdurre molto bene alla Mostra. Con forme specifiche, presenti solo in Palestina e in nessun altro paese del Mediterraneo (dove si avevano lucerne di tipo prima greco e poi romano), vengono trovate in abbondanza nelle tombe e negli scavi delle città. Le lucerne erodiane sono particolarmente caratteristiche e rimasero in uso dal tempo di Erode alla rivolta di Bar Kokheba.

Verso la metà del II sec.a.C. i vasai della Palestina crearono un tipo di lucerna, piccola, esteticamente attraente, di basso costo (quindi economicamente competitiva), che ebbe larghissima diffusione. Viene chiamata "asmonea" perché apparve appunto durante il regno dei principi asmonei.

Con le legioni di Pompeo Magno, nel 63 a.C., la Giudea venne aperta al commercio romano. Giunsero così anche le lucerne romane, diffuse in tutto il Mediterraneo, di tradizione classica, con un vastissimo repertorio di decorazioni. I tipi erano talvolta anche figurativi. Ma la religione ebraica condannava la rappresentazione di figure e quindi queste classi di lucerne ebbero sempre una diffusione ridotta.

Nell’età erodiana, iniziata nel 40 a.C., sul mercato e nelle case in Palestina sono diffusi tipi di lucerne molti diversi, come provenienza e come forme: accanto agli esemplari tipici del mondo ellenistico greco (IV-I sec.a.C.), si hanno le imitazioni locali, rozze, massicce, con semplici decorazioni, con raggi che ricordano una immagine del sole. Ciò forse ricorda il ruolo dell’oggetto, che, nato per dare luce ai vivi, è un sole in miniatura con un significato profondo e toccante anche nei riti funerari: la lucerna lasciata accesa nella tomba esprimeva la speranza per la vita futura del defunto alla presenza dell’eterna luce della divinità. Ma il tipo di lucerna di più ampia diffusione nell’epoca di Erode, dal quale prende poi il nome, è la lucerna erodiana. Generalmente di terracotta chiara, con un corpo circolare plasmato ancora al tornio (nei tipi successivi si useranno matrici), un grande infundibolo (la vaschetta centrale per versare l’olio) con alto bordo ed ampia flangia interna, è - di solito - priva di decorazioni e di vernice. Solo presso il beccuccio (modellato separatamente a mano ed applicato in un secondo tempo al corpo della lucerna), in esemplari tardi, appaiono decorazioni incise, con circoletti e linee.

La lucerna erodiana, tipica della Giudea, godette grande popolarità, certo perché semplice, graziosa e priva di decorazioni con figure, vietate dalle leggi religiose. Ma soprattutto doveva essere di basso costo, rispetto alle più complesse e decorate lucerne romane, che erano certo più costose. Ebbe quindi lunga vita, oltre un secolo, e fu, in parte contemporanea ad un’altra tipologia, la "daròm", che, apparsa dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d.C.), fu la prima lucerna giudaica con decorazioni. Queste esprimevano l’aspirazione alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme, nonché la memoria delle principali festività ebraiche. La lucerna "daròm" risulta in uso fino alla seconda rivolta giudaica contro i romani del 135 d.C., quando Adriano distrusse la nazione giudaica e la disperse nel mondo.

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Prima edizione: 21 dicembre 1996
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