Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
Memorie del Parco nel bicentenario della nascita

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27
Pagina precedenteElemco mostrePagina successiva

REPERTI ARCHEOLOGICI DALLA NECROPOLI DELLA MONZINA

Il vetro

Tra i materiali di pregio scoperti alla Monzina, c'è la parte superiore di una bottiglia di forma cubica, di tipo Isings, con ansa a nastro. Il vetro di colore verdazzurro e trasparente è soffiato entro stampo. La bottiglia è datata tra la II metà del I secolo e il II d.C.

La scoperta del vetro avvenne intorno alla metà del III millennio a.C., ma è solo con l'invenzione della soffiatura a canna, avvenuta nei centri delle coste siropalestinesi intorno alla metà del I sec. a.C., e introdotta nel mondo romano durante il regno di Augusto (dal 27 a.C.), che avviene una svolta decisiva a livello produttivo e commerciale: artigiani e maestranze si spostano ben presto verso l'Italia e impiantano officine non solo a Roma, ma anche in Campania e in vari centri della pianura Padana.
Nella composizione del vetro antico si distinguono tre ingredienti principali: la silice, ricavata direttamente dalla sabbia, gli alcali, di origine minerale, composti di carbonato di sodio, e il calcio. Gli ossidi erano usati con funzione di colorante. Ad esempio gli ossidi di ferro, presenti in molte sabbie, davano il verde caratteristico della produzione corrente romana.
Il vasellame realizzato su larga scala è di vetro comune, ma vengono prodotti anche oggetti in vetro pregiato e vetri dorati destinati ad una clientela ricca e selezionata. Le tecniche erano spesso complesse e raffinate, per produrre vetro a mosaico, o a fasce dorate.


I Balsamari

La necropoli della Monzina ha restituito un notevole gruppo di balsamari, sia in vetro che in terracotta. Molti di questi sono fusi dall'azione violenta del rogo. I vetri hanno una colorazione che va dal viola, all'azzurro chiaro, al giallo scuro, al blu iridescente e al bianco opaco.

Questi vasetti erano destinati alla conservazione di unguenti e profumi usati nella cosmesi, erano realizzati in terracotta, in metallo prezioso e in vetro sottile con vivaci colori. Venivano prodotti nelle forme più svariate. La grandissima diffusione di queste bottigliette è sicuramente legata all'uso dei profumi sia nella vita quotidiana che nel rituale funerario. I recipienti in vetro risultavano più adatti per una migliore conservazione dei prodotti, particolarmente dei balsami e dei profumi, che venivano ottenuti da essenze naturali facilmente ossidabili con il passare del tempo e invece protette dalla impermeabilità del vetro.


La Soffiatura Libera

La tecnica della soffiatura è molto semplice. Una certa quantità di vetro fuso era applicata all'estremità di un tubo di metallo cavo, di circa un metro, detto canna da soffio, e soffiata in modo da formare una bolla o bolo.
La forma desiderata era ottenuta o ruotando il bolo, o facendolo rotolare su una superficie piatta, o modellandolo con appositi strumenti. Una volta ottenuta la forma, l'oggetto veniva staccato dalla canna da soffio; sul fondo del vaso, mediante un sigillo di vetro, veniva quindi fissata una barra massiccia di ferro, lunga circa un metro, definita pontello, il cui scopo era di sostenere il recipiente mentre si rifinivano il collo e l'orlo.
Una volta terminata la lavorazione, si staccava il pontello e il vaso finito, ancora caldo, era collocato in un apposito forno, dove si raffreddava gradualmente: il raffreddamento poteva durare un giorno o più. Nel caso di una forma semplice, il processo di lavorazione durava pochi minuti; se la forma era complessa e richiedeva un tempo più lungo, si doveva riscaldare il recipiente più volte per far sì che il vetro fosse sempre viscoso e quindi lavorabile.


Oggetti di ornamento

SpecchioArmillaI contesti tombali della Monzina non furono mantenuti associati al momento della scoperta, quindi non è possibile precisare quali fossero le tombe maschili e quali femminili.

Le tombe femminili sono provate dalla presenza dello specchio che, seppur frammentario, è riconducibile alla forma circolare, probabilmente senza manico.

Altro indizio di tombe femminili è il frammento di ago crinale in osso, prodotto anche in altri materiali molto più pregiati, come il bronzo, il ferro o l'argento.

FibulaAltro oggetto di ornamento personale è l'armilla bronzea: si tratta del più semplice bracciale, di origine preromana, diffuso anche in ferro. L'armilla della Monzina è di piccolo diametro. Si può quindi ipotizzare che appartenesse ad una bambina, oppure che il suo uso fosse un altro, e cioè che fosse impiegato come ornamento per i capelli.

Frequente è la presenza di fibule, spille di sicurezza.

AnelloLe due fibbie in ferro, probabilmente inerenti all'abbigliamento maschile, sono largamente presenti in epoca pre-romana, romana e anche in epoca successiva.

L'anello digitale in bronzo è stato creato con l'antica e rudimentale tecnica della fusione a cera persa. Il castone sopraelevato di forma piramidale può richiamare tipologie di epoca rinascimentale. La tecnica di lavorazione, la povertà della materia prima utilizzata suggeriscono una possibile datazione tardo-romana, o al massimo alto medioevale.

Lessico Minimo
Olla: Recipiente globulare, con bocca larga, impasto generalmente grossolano, ad uso conservazione e cottura dei cibi.
Fibula Spille di sicurezza, utilizzate per fermare gli abiti.
Inumazione: Metodo di sepoltura che può avvenire in una fossa scavata o in una camera naturale o costruita. I termini che la caratterizzano sono: posizione distesa, flessa (con le ossa delle gambe piegate, ma a meno di 90°) o rannicchiata (con le giunture dell'anca e delle ginocchia piegate a più di 90°).
Altre sepolture complete possono essere supine (sulla schiena), prone (sulla faccia) e sul fianco.
Incinerazione: È la pratica di bruciare il defunto. L'uso più comune nel passato era di porre le ceneri in un'urna cineraria, usata come sepoltura.
Ansa: Manico a sezione nastriforme o tondeggiante di recipienti ceramici, metallici o vetro
Patera: Utensile simile ad una bassa scodella, senza orlo nè anse. Era metallica o d'argilla.
Ago Crinale: Spillone utilizzato nell'ambito della toilette e dell'acconciatura femminile.
Armilla: Bracciale.



ScriveteciMuseo Civico "Carlo Verri"
via san Martino, 1
20046 - Biassono (MI)
tel./FAX 0392201077 cel. 3343422482
e-mail info@museobiassono.it
Pagina precedenteElenco mostrePagina successiva